Monitoraggio della fibrosi nelle neoplasie mieloproliferative mediante espressione di CCR2 su cellule CD34+

La fibrosi midollare è un aspetto anatomo-patologico di fondamentale importanza nelle MPN in quanto in grado di perturbare l’omeostasi della nicchia e promuovere l’ematopoiesi clonale a scapito di quella normale residua. Un grading più elevato di fibrosi si correla infatti con una malattia più aggressiva. Ad oggi l’unico strumento che il clinico ha a disposizione per valutare la fibrosi midollare nelle MPN è l’analisi istopatologica. In questo studio viene valutata l’accuratezza diagnostica dell’analisi in citofluorimetria a flusso (FCM) delle cellule CD34+/CCR2+ (cellule staminali ematopoietiche esprimenti CCR2, recettore della proteina chemotattica dei monociti 1) nella diagnosi differenziale dei vari sottotipi di MPN. La percentuale di cellule CD34+/CCR2+ nel sangue periferico e midollare è correlata al grading di fibrosi midollare ed è in grado di discriminare efficacemente tra ET “true” vs. pre-PMF e pre-PMF vs. overt-PMF, configurandosi quindi come strumento diagnostico in supporto della istopatologia convenzionale. Inoltre, i pazienti con diagnosi di MF e una elevata percentuale di cellule CD34+/CCR2+ presentano una malattia più severa (score di rischio clinico più elevato e maggiore % di blasti circolanti). Nelle MPN, CCR2 si configura quindi come un biomarker di fibrosi e di aggressività della malattia che può essere valutato in modo rapido e cost-effective in FCM.

La fibrosi del midollo osseo rappresenta lo stadio più grave delle neoplasie mieloproliferative (MPN), associato a un maggiore rischio di evoluzione leucemica. L’identificazione tempestiva dello stadio fibrotico è quindi fondamentale per un adeguato planning terapeutico. L’esame cardine che determina il grado di fibrosi midollare è tuttora l’analisi istopatologica. L’articolo di Pozzi et al. ha testato l’accuratezza del rilevamento, mediante citofluorimetria a flusso (FCM), di cellule CD34+ e CRR2+ nella diagnostica differenziale dei vari sottotipi di MPN e la sua performace come «marker surrogato» di fibrosi midollare.

Il grado di fibrosi del midollo osseo (MO) è correlato a:
  • Anemia
  • Splenomegalia
  • Blastosi nel sangue periferico
Limiti dell’analisi istopatologica:
  • Eterogeneità dell’area fibrotica all’interno di un singolo campione
  • Variabilità del processo pre-analitico e di colorazione
  • Assenza di uno standard interno di colorazione positiva
  • Invasività della procedura/necessità di compliance del paziente
Attivazione selettiva dell’asse CCL2/CCR2 nella PMF (Masselli et al. 2021):

Studio laboratoristico approvato dal Comitato Etico Area Vasta Emilia-Romagna
In questo studio viene valutata l’accuratezza diagnostica dell’analisi in citofluorimetria a flusso (FCM) delle cellule CD34+/CCR2+ nel distinguere forme con fibrosi nell’ambito di una popolazione di 66 pazienti con MPN.

È stato precedentemente dimostrato che l’espressione di CCR2 è una caratteristica unica delle cellule CD34+ di pazienti con PMF. CRR2 è invece assente/espresso a bassissimi livelli sulle cellule CD34+ di soggetti sani e nei pazienti con PV o ET.

Lo studio ha permesso di identificare l’espressione di CCR2+ nelle cellule staminali ematopoietiche come un nuovo biomarcatore diagnostico di fibrosi nelle MPN.
Come mostrano i risultati ottenuti, la FCM permette di discriminare, mediante un’analisi rapida, completa e single-shot, i pazienti con pre-PMF da quelli con “true” ET che, spesso, presentano un fenotipo clinico simile.
L’analisi in FCM può offrire un rapido orientamento clinico e può essere eseguita anche su campioni di sangue periferico: ciò implica che, in caso di sospetta evoluzione della malattia in fase fibrotica, la determinazione delle cellule CD34+/CCR2+ può essere offerta come screening iniziale non invasivo per l’identificazione di quei pazienti che meritano ulteriore valutazione mediante biopsia midollare.

Pozzi G, et al. Tracking fibrosis in myeloproliferative neoplasms by CCR2 expression on CD34+ cells. Front Oncol. 2022 Aug 22;12:980379.
Per maggiori approfondimenti consultare l’articolo originale al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9444005/